lunedì 4 novembre 2013

# 48 - Quattro passi fuori dalla mia porta (Giochi di maggio)

Emily rientra al crepuscolo.
Ha passato una lunga giornata di giochi liberi nel bosco.
Il clima di maggio le è favorevole.
Ad attenderla, nella sua casa ai margini del bosco, c'è sua madre, Matilda.
Matilda, già indaffarata coi preparativi per la cena, non bada all'ingresso di Emily, si limita ad un distratto "ciao ...".
Emily risponde con un altrettante distratto "ciao..." e si dirige in camera sua.
Accovacciato sul davanzale della finestra il gatto Sam, la gratifica con uno sguardo obliquo.
Si toglie il lungo vestito fiorato, è un maggio molto caldo nel bosco.
Da lì a poco si assopisce serena tra le fresche lenzuola del suo letto.
Un sogno non tarda ad arrivare.
E' nitido, dai colori sfavillanti e, allo stesso tempo, opaco come visto attraverso una lente graffiata.
Emily dorme, dorme e sogna.
Sogna di un ragno che, con gambe di melassa a strisce bianche e rosse, entra dalla porta con passo leggero.
Sembra quasi ondeggiare sulle lunghe zampe.
Emily si desta e lo fissa, a sua volta intensamente osservata.
Si ricorda presto di essere senza il suo lungo vestito fiorato, il ragno non sembra darne peso, la fissa e basta.
Solo dopo alcuni minuti, dopo esser stato ritto ai piedi del letto, il ragno compie un passo verso Emily e le dice "ciao, ti ricordi di me?"
Emily ricorda subito, ha già visto questo ragno nel bosco alcuni giorni fa, si era fatto avanti sbucando tra la vegetazione.
Le disse "vuoi giocare con me, Emily?"
Lei non rispose, correndo via ai margini del bosco.
Anche ora lo fissava dritto negli occhi neri, due palle come di pietra lavica, senza dire alcunché.
E' ancora il ragno a farsi avanti "non ti preoccupare Emily, sarai solo la mia cena questa notte. Stai ferma più che puoi, muoverti non ti servirà a nulla"
Emily piange e si dispera, proprio non ci sarà un domani?
"Perché piangi Emily" Non piangevi quando sognavi i sogni degli altri, sarai solo la mia cena!"
Mille animaletti furiosi e pelosi sibilano nella testa di Emily e il ragno sembra proprio non volersene andare.
Gli occhi del ragno mandano lampi, mentre il suo sibilo trafigge la luna crescente, fuori sopra il bosco.
E' davanti a lei e nello stesso tempo negli angoli della camera, il gatto Sam non sembra preoccuparsene, se ne sta accovacciato sul davanzale, guarda fuori verso il bosco.
Ancora un passo verso il letto, Emily è immobile col sibilo fisso e dritto nella testa.
"Si ho sognato una notte coi sogni degli altri, non volevo prenderne parte ma li ho voluti vedere, sentire da vicino cosi si prova. Abbandonarli la notte successiva, indifferente alla loro solitudine; si ho sognato una notte coi sogni degli altri, senza dispiacere per un domani che non c'è stato".
Al suono di queste parole, il ragno, prima nitido e immanente, scompare come non ci fosse mai stato.
Sam, il gatto, è ora accovacciato tra le braccia conserte di Emily, poggia la sua morbida testa di pelo tra i suoi seni.
E' sempre sereno il gatto Sam. Dicono abbia i lobi del cervello invertiti.

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