sabato 30 novembre 2013

#55 - Palazzi

Io spero di essere il tuo colore
Quello di oggi, ricordo di ieri e per il domani
Io spero di essere il tuo colore
Che ti riempia le pieghe di un sorriso

Scorro vicino ai palazzi della città
Senza riconoscerne il volto
Scorro vicino ai palazzi della città
Ho il terrore negli occhi

Le persone mi guardano
Con curiosità
Le persone mi guardano
Con voracità

Cosa volete ?
Io spero di essere il suo colore
Vi sembra strano il mio terrore
Cosa volete ?

Sale un suono cadenzato
Piazze piene
Folle, grida e applausi
Sale un suono cadenzato rumore d'acciaio

Sposto un palazzo
Dietro ci sei tu
Hai un colore strano
Capelli scoordinati

Colpisco un palazzo
Dentro ci sei tu
Hai un sapore strano
Ti piace vestirti d'amaro

Ti troverò dopo la porta di casa?
Ti troverò dopo il tempo della malattia ?
Ti troverò dopo il tempo della follia ?
Ti troverò dopo il tempo del sacro ?

Occhi, occhi, occhi
Dietro il vostro sguardo
Signora
Dopo i vostri occhi ho visto la mia e vostra origine

Vivrò per quello

#54 - Onde (Stella errante)

L'Estate mi è caduta addosso d'un tratto
Il caldo soffocante del nostro piccolo appartamento
Ispirato alle stanze dell'Est
Addio piccola città mi dicesti, addio a te

Ricordo l'incontro tra noi due ubriachi
Gli occhi pesanti e la voce rotta
Non era l'alcol ma il peso del cuore
Passasti due ore alle mie spalle, vicina ma in disparte

Il sole nella stanza quella primavera illuminava i nostri corpi nudi
Un materasso rosso per due, una notte appesi l'un altro, nudi
Mi svegliò il peso del tuo generoso seno
Non ci credevo, ma non mi sbagliavo

Cammino attraversando la piazza
Onde di caldo
Onde della tua assenza quando rincaso
E mi sembrano muri stranieri

Prigioniera del tuo film
Che ti vede protagonista
Come una principessa
Chiusa nella torre, da sola

Ti piace sciuparti

mercoledì 27 novembre 2013

#53 - Sabrina

Quel giorno ero innamorato
Senza far caso alle assenze
Alla stazione ferroviaria arrivai solo
E da lì ti raggiunsi, ubriaco

Quel giorno ero innamorato
Non ti conoscevo
Bevevo vino bianco sul tuo balcone invaso dal Sole di primavera
E da lì feci l'amore ubriaco

Quel giorno ero innamorato
Dormimmo nudi per terra, abbracciati
Mi svegliai appeso al tuo seno, generoso
E da li feci l'amore col soffio del Sole

Quel giorno ero innamorato
Partii la medesima sera col cuore arreso
Incrociando binari vedevo il tuo viso dentro l'amore
E da li feci l'amore sempre con te

E' passato il tempo coi calici rossi di vino
E' passato il tempo tra corpi nudi e sudati
Di sorrisi per un gemito di troppo
Coi corpi bagnati invasi dalle turbe della passione

Poi il giorno d'Estate s'è fatto scuro troppo presto
Oh Sabrina t'avessi mai conosciuto
Oh Sabrina se la colpa di un colpo di vino rosso non m'avesse tradito
Ora sarei innamorato

martedì 26 novembre 2013

#52 - Buttalo via il cielo

Esco al mattino
Sul volto i segni della notte
Esco al mattino
Fuori tutti !!!

Melancolia, mela, melancolia
Nel vento ottobrino
Uno schiaffo in volto
Una lama nel cervello

Passo cadenzato
Vista laterale
Donne e sporte ripiene
Una piazza informe

Uscivo anche allora
E tornavo uguale
Dentro il tuo sonno
Cucinavo per diletto, non ho mai avuto fame

E' cambiata una prospettiva
E il cielo è metallo come prima
Non conosco il tuo
Buttalo via il cielo !

E' solo rumore sopra un cuore che non batte

lunedì 25 novembre 2013

#51 - Finestre accese

Vorrai sapermi perdonare
La debolezza durante il cammino
Durante il fatto che sei un poco distante
Io passeggio e guardo oltre il ciglio del marciapiede

Dietro finestre accese
Nella sera fredda
Le luci di cucine calde
Del pasto pronto

Il sole d'autunno è solo stanco
Non muore solo riposa
Allora l'aria cambia umore
E i colori si accendono per dare un volto al tempo

Tu sei solo un poco distante
E, io, aspetto
Con la calma dei certi
Con la pazienza della sconfitta

Arreso
Senza fame e sete
Io vivo di quest'aria che sa di poco
Io vivo di questa atmosfera tersa

Aspetto che il miracolo si compia
E dopo, dopo un lungo camminare, nello stare da soli assieme
Lei mi ha dato un bacio
Sembravi tu

E' stato tutto solo assolutamente sbagliato
Ma ho tanto atteso
E il miracolo è dovuto accadere
Niente è più perso, se non la tua voglia di aspettarmi sul ciglio della strada

venerdì 22 novembre 2013

#50 - Specchio

Non ti chiamo perché sono vicino
Non ti chiamo perché ti voglio vedere
Allora ti scrivo
E ci dobbiamo vedere

Vorrei dirti vieni al fiume
Ma tu mi dici beviamo un caffè
Io non voglio vederti senza l'ombra del cipresso
Allora ti dico di no

Perché tu sei specchio della mia solitudine
Perché tu sei troppo bella per essere tu
Perché io dopo pochi minuti ti odio
Perché alla sera ti amo di più

Siamo solo soli
Ma tu risplendi mentre io faccio solo ombra
Fammi nuotare, almeno soltanto in un tuo abbraccio
Mi toccasti la spalla e fu orgasmo

Mi abbracciasti forte
E le tue mani le sentivo attorno al corpo ed al viso
Illuso
Questo è l'unico vizio che ho

Portami solo dove posso bere e nuotare
Senza annegare nel tuo dolce viso
Troppo bianco per essere vero
Amami

giovedì 7 novembre 2013

#49 - Autostrada

Siamo arrivati il venerdì
Fuori città
In una buona e ordinata campagna
Il campo di lavanda avanti la veranda in legno

Le bambine hanno fatto festa sino a tardi
Per farle dormire neanche le promesse son servite
Solo la stanchezza dei piccoli corpi le ha vinte
Noi non ci siamo arresi e abbiamo visto l'alba tra i sospiri

Tu, amore, sesso forte, la notte e il giorno, sei uscita in veranda
Col vestito fresco e nulla più
Un caffè forte e un piatto dolce
Mai come il tuo sorriso

Le bambine, scalze e disperate
Corrono gridando, abbiamo paura per le loro caviglie
Ma è una terra morbida che le sorregge
Gridano, gridano e corrono

"Stefano, perdio, fai qualcosa, non le tengo ..."
Torno bimbo per la sfida della corsa, perdo malamente
Ma con un motteggio le faccio mie
Sono, finalmente esauste, a pranzo sorridono e si guardano i ginocchi rossi

Poi è il mondo che dobbiamo ritornare
L'auto, l'asfalto, il moderno che ci ha portato
La più piccola, sa ancora poche parole, dice "ma dov'è la terra morbida, son caduta e non fa male?"
Ci siamo scambiati uno sguardo amaro d'amore tardivo per dirle "Dopo l'autostrada c'è ancora la terra morbida, ci stiamo solo spostando"


lunedì 4 novembre 2013

# 48 - Quattro passi fuori dalla mia porta (Giochi di maggio)

Emily rientra al crepuscolo.
Ha passato una lunga giornata di giochi liberi nel bosco.
Il clima di maggio le è favorevole.
Ad attenderla, nella sua casa ai margini del bosco, c'è sua madre, Matilda.
Matilda, già indaffarata coi preparativi per la cena, non bada all'ingresso di Emily, si limita ad un distratto "ciao ...".
Emily risponde con un altrettante distratto "ciao..." e si dirige in camera sua.
Accovacciato sul davanzale della finestra il gatto Sam, la gratifica con uno sguardo obliquo.
Si toglie il lungo vestito fiorato, è un maggio molto caldo nel bosco.
Da lì a poco si assopisce serena tra le fresche lenzuola del suo letto.
Un sogno non tarda ad arrivare.
E' nitido, dai colori sfavillanti e, allo stesso tempo, opaco come visto attraverso una lente graffiata.
Emily dorme, dorme e sogna.
Sogna di un ragno che, con gambe di melassa a strisce bianche e rosse, entra dalla porta con passo leggero.
Sembra quasi ondeggiare sulle lunghe zampe.
Emily si desta e lo fissa, a sua volta intensamente osservata.
Si ricorda presto di essere senza il suo lungo vestito fiorato, il ragno non sembra darne peso, la fissa e basta.
Solo dopo alcuni minuti, dopo esser stato ritto ai piedi del letto, il ragno compie un passo verso Emily e le dice "ciao, ti ricordi di me?"
Emily ricorda subito, ha già visto questo ragno nel bosco alcuni giorni fa, si era fatto avanti sbucando tra la vegetazione.
Le disse "vuoi giocare con me, Emily?"
Lei non rispose, correndo via ai margini del bosco.
Anche ora lo fissava dritto negli occhi neri, due palle come di pietra lavica, senza dire alcunché.
E' ancora il ragno a farsi avanti "non ti preoccupare Emily, sarai solo la mia cena questa notte. Stai ferma più che puoi, muoverti non ti servirà a nulla"
Emily piange e si dispera, proprio non ci sarà un domani?
"Perché piangi Emily" Non piangevi quando sognavi i sogni degli altri, sarai solo la mia cena!"
Mille animaletti furiosi e pelosi sibilano nella testa di Emily e il ragno sembra proprio non volersene andare.
Gli occhi del ragno mandano lampi, mentre il suo sibilo trafigge la luna crescente, fuori sopra il bosco.
E' davanti a lei e nello stesso tempo negli angoli della camera, il gatto Sam non sembra preoccuparsene, se ne sta accovacciato sul davanzale, guarda fuori verso il bosco.
Ancora un passo verso il letto, Emily è immobile col sibilo fisso e dritto nella testa.
"Si ho sognato una notte coi sogni degli altri, non volevo prenderne parte ma li ho voluti vedere, sentire da vicino cosi si prova. Abbandonarli la notte successiva, indifferente alla loro solitudine; si ho sognato una notte coi sogni degli altri, senza dispiacere per un domani che non c'è stato".
Al suono di queste parole, il ragno, prima nitido e immanente, scompare come non ci fosse mai stato.
Sam, il gatto, è ora accovacciato tra le braccia conserte di Emily, poggia la sua morbida testa di pelo tra i suoi seni.
E' sempre sereno il gatto Sam. Dicono abbia i lobi del cervello invertiti.

domenica 3 novembre 2013

#47 - Eleonora - Un sorso gentile

Ti ho voluto raggiungere
Dopo la fontana
Dopo il giorno dal tempo vuoto
Col vestito più scomodo che ho trovato

Hai aspettato
Sotto la pioggia novembrina
E, io, uno scatto dei nervi
Ti ho preso le spalle

Non ti sei mossa
Ma hai sorriso
Un sorriso con poca grazia
Distorto

Ho provato a volerti baciare
Ma la paura di un tuo dolore
Mi ha fermato la mano sicura
Ti ho detto solo "sei un sorso gentile, non mi amare, solo prova a desiderare"


venerdì 1 novembre 2013

#46 - Indie pop (musica italiana moderna)

E infine cedo alla curiosità
Quella che una volta nella vita ti porta a sfogliare Novella 2000
Oppure quando hai visto una puntata di Dallas
Poco dopo aver cominciato sai di avere sbagliato

Non piace
Sei certo più di prima dell'ostinata sensazione
Che ti porta a provare repulsione
Queste genti "giovani" e moderne che tanto piacciono

Non c'è niente che condivido con loro
Sono simpatici e "carini"
M'alzo scontroso e poco piacevole a vedersi
Loro con barbetta d'ordinanza scrivono versi simpatici per ascoltatori ostinati

E' l'indie pop all'italiana
Ancora cuore, amore e sole
Soltanto che hanno la chitarra elettrica e si dicono "poveri"
Poveri clienti della mela morsicata

Non mi piacciono
Lasciami stare
Non mi piacciono
Non mi portare

Fermo e rileggo
Oddio sono peggio di loro !
Scrivo così e gli somiglio
Via, via, un caffè e una birra