venerdì 18 ottobre 2013

#40 - Il suono delle formiche

Entro, senza invito, nella Sua stanza
Il soffitto una volta di teli damascati
Cadono i profumi d'oriente sulle sue spalle
Nude

Lei non mi attende
Non lo fa con nessuno
Ha un vestito da camera
La schiena e i piedi nudi

Provo a parlarle
Ma un gesto della sua mano mi ferma
Si volta, un libro in mano
Un gemito dalle ciglia

Mi dice solo una frase
"Le code dei pavoni e il canto degli uccelli esistono per puro piacere,
sdraiati"
Non ho il tempo di farlo ma sono disteso
Non pesa il suo corpo

Svengo e veglio il mio sogno
Lei non c'è altro suono
La stanza ha il sapore della vaniglia
Una tazza di tea all'angolo più lontano

Ho la testa tra le mani
Sono in veranda
Il Sole brucia lo sguardo ed il viso
Dal fiume solo riflessi non sento il suono delle formiche

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