Padre mio
Affronto il viaggio notturno del sonno
Carico di fiducia
Non c'è buio od oscurità
Non c'è notte oscura
Possa togliermi il tuo volto placido avanti il mio
Nessun buio nasconde la tua mano ferma che firma il creato
Ed il volere del destino
Non sia, grazie a te, la mia vita una lettera senza firma
Non sia, grazie a te, il mio passo incerto nella paura
Non sia, grazie a te, il mio sguardo, impaurito dall'incognito volere del male
Non sia, grazie a te, il mio vivere, votato all'anonimato dominato dalla paura
Padre mio
Passo e termino il viaggio del sonno notturno
M'accompagna il sorgere del Sole, volere tuo
M'accompagna un coraggio che non mi spiego, transiterò ancora oggi tra le tue meraviglie
Grazie padre
S
sabato 31 agosto 2013
venerdì 30 agosto 2013
Pensieri - # 10 - Preghiera
Padre mio
Fa che il mio sonno sia lieve
Privo di asperità
Che il buio si scevro da ombre
Padre mio
Fa che il sorgere del sole
Accompagni il mio risveglio
Fammi passare dal sonno alla saggezza
S
Fa che il mio sonno sia lieve
Privo di asperità
Che il buio si scevro da ombre
Padre mio
Fa che il sorgere del sole
Accompagni il mio risveglio
Fammi passare dal sonno alla saggezza
S
Pensieri - #10 - Il terzo occhio
Le mani incrociate prima di parlare
Parlare dopo averne chiesto il permesso
Sciami di parole
Come api su campi di fiori
La giacca di ciniglia a collo alto, il taglio orientale
Usi e modi antiche che sanno di vecchio
L'insistenza verso usi e costumi d'altri tempi
Il rasoio a compasso ed il sapone da barba al posto della schiuma
Avete visto il mio libro di greco ?
Avete mai cucinato ascoltando Ute Lemper ?
Avete capito che non m'interessa
Pensate veramente sia una bella persona ?
S
Parlare dopo averne chiesto il permesso
Sciami di parole
Come api su campi di fiori
La giacca di ciniglia a collo alto, il taglio orientale
Usi e modi antiche che sanno di vecchio
L'insistenza verso usi e costumi d'altri tempi
Il rasoio a compasso ed il sapone da barba al posto della schiuma
Avete visto il mio libro di greco ?
Avete mai cucinato ascoltando Ute Lemper ?
Avete capito che non m'interessa
Pensate veramente sia una bella persona ?
S
Pensieri - # 9 - Uomini (d'altri tempi)
L'essere umano di sesso maschile possiede
Lui ha il senso e il sintomo della guerra, dentro di se
Lui dice " la mia donna ..."
Manco fosse un cammello al traino
Al vento porta il petto
Al vento grida la sua vendetta
Guerra !!!
Non ci sono ambasciatori o consoli
E sia conflitto
Carico di lussuria esce nel giorno, guardando ogni femmina
E' sua
Al vento porge il sintomo della guerra
Ho scritto una lettere alle nazioni unite occidentali
Rendete fuori luogo l'uomo maschile e possessore
Fatene un ricordo del passato
Fatemi sapere, mi trovate a Tripoli, sotto una tenda col simbolo di Damasco
L'essere umano di sesso maschile possiede
Lui ha il senso e il sintomo della guerra, dentro di se
Lui dice " la mia donna ..."
Manco fosse un cammello al traino
Al vento porta il petto
Al vento grida la sua vendetta
Guerra !!!
Non ci sono ambasciatori o consoli
E sia conflitto
Carico di lussuria esce nel giorno, guardando ogni femmina
E' sua
Al vento porge il sintomo della guerra
Ho scritto una lettere alle nazioni unite occidentali
Rendete fuori luogo l'uomo maschile e possessore
Fatene un ricordo del passato
Fatemi sapere, mi trovate a Tripoli, sotto una tenda col simbolo di Damasco
Lui ha il senso e il sintomo della guerra, dentro di se
Lui dice " la mia donna ..."
Manco fosse un cammello al traino
Al vento porta il petto
Al vento grida la sua vendetta
Guerra !!!
Non ci sono ambasciatori o consoli
E sia conflitto
Carico di lussuria esce nel giorno, guardando ogni femmina
E' sua
Al vento porge il sintomo della guerra
Ho scritto una lettere alle nazioni unite occidentali
Rendete fuori luogo l'uomo maschile e possessore
Fatene un ricordo del passato
Fatemi sapere, mi trovate a Tripoli, sotto una tenda col simbolo di Damasco
martedì 27 agosto 2013
Pensieri - # 8 - Russell
Giravo da bimbo la campagna circostante
Le vacche e altre bestie han sempre lasciato
I loro bisogni per le carrettere
Casa per mosconi verdi e neri, che puzza e paura.
Mi sembrò uguale incontrarti per la strada e mi fermo alla paura.
Sembravi abbandonata, lasciata per esigenza, vedevo solo mosconi
Tappandomi il naso ti scrissi.
Parole di primavera e cieli di acciaio.
Poi furono Estati, povere, sempre povere.
Noi soli, col fiato di un ventilatore
Scacciava il vuoto del fondo nel portamonete
Quanto camminare per non pensare.
E poi fu Estate, ancora, una diversa.
La costante povertà, ti stufasti.
Ma la buona volontà non annulla il Sole e la sua luce sopra la nostra miseria.
E allora, come ladra, andasti, camminando lungo le pareti della scala.
S
Le vacche e altre bestie han sempre lasciato
I loro bisogni per le carrettere
Casa per mosconi verdi e neri, che puzza e paura.
Mi sembrò uguale incontrarti per la strada e mi fermo alla paura.
Sembravi abbandonata, lasciata per esigenza, vedevo solo mosconi
Tappandomi il naso ti scrissi.
Parole di primavera e cieli di acciaio.
Poi furono Estati, povere, sempre povere.
Noi soli, col fiato di un ventilatore
Scacciava il vuoto del fondo nel portamonete
Quanto camminare per non pensare.
E poi fu Estate, ancora, una diversa.
La costante povertà, ti stufasti.
Ma la buona volontà non annulla il Sole e la sua luce sopra la nostra miseria.
E allora, come ladra, andasti, camminando lungo le pareti della scala.
S
Camminando - # 3 - Delitto e Castigo (intro)
Ho dato alla notte la possibilità di sparare il suo colpo.
Nel mattino, del caldo umido, nessun copeco nelle tasche
Valuto una bettola per la birra fresca e un piatto di formaggio.
Passo oltre, oltre il carretto governato dal tedesco ubriaco.
La sua è una casa di corte
Non l'avrei mai pensato.
Violarle il corpo, su sua indicazione, fu piacevole.
Violarglielo tutto, su sua indicazione e preghiera e, al mio perché, lei disse "è un brivido lungo la schiena"
Ora violarle la vita
Rubarle il respiro.
Interrompere il docile battito sotto i grossi seni
Delitto.
Nella cella, ostinata ricerca del Castigo
S
domenica 25 agosto 2013
Pensieri - # 7 - Echi e oltre l'infinito
Vorrei dormire, perché molto semplicemente sono stanco.
Ma una nota, che sono due, pulsano e spingono.
Saranno una l'eco dell'altra ?
E questo battere e levare.
E la Luna immensa?
E' ancora terrestre ?
Forse no
Forse Europa o Io; Io?
Io chi ?
Io che aspiro alla dea
Europa !!!
Oppure mi accontento del debole Io
Ecco, caleidoscopio, colori
Tunnel e vuoto
E scopro l'inizio che è fine
Io ti guardo e sono io
Nessuno parla, nessuno prova
E allora perché navigo nel mare infinito
Il vuoto spaziale mi rende libero e morto del vuoto
Controtempo !!! Controcanto !!! Eco, eco, eco, la voce ritarda per colpa del vuoto
E allora gli echi, i tuoi echi
I mie echi
L'alba su pianeta che non conosco
L'infinito provare
Oltre l'infinito cerco la verità
L'ho chiesta più vicino, a terra, in gravita 1.0
Però non era
E allora
Oltre l'infinito, suono di albatros, grida !!!
Oltre l'infinito vuoto, vuoto a perdere.
Oltre l'infinito, paura, tutto chiuso, paura !!!
Oltre l'infinito e la stanza bianca, un letto
Manca sempre, la culla in questa stanza !!!
Ben prima saldata, ben prima dell'infinito spazio bianco e vuoto.
Solo ghiaccio.
E sia, silenzio
Ma una nota, che sono due, pulsano e spingono.
Saranno una l'eco dell'altra ?
E questo battere e levare.
E la Luna immensa?
E' ancora terrestre ?
Forse no
Forse Europa o Io; Io?
Io chi ?
Io che aspiro alla dea
Europa !!!
Oppure mi accontento del debole Io
Ecco, caleidoscopio, colori
Tunnel e vuoto
E scopro l'inizio che è fine
Io ti guardo e sono io
Nessuno parla, nessuno prova
E allora perché navigo nel mare infinito
Il vuoto spaziale mi rende libero e morto del vuoto
Controtempo !!! Controcanto !!! Eco, eco, eco, la voce ritarda per colpa del vuoto
E allora gli echi, i tuoi echi
I mie echi
L'alba su pianeta che non conosco
L'infinito provare
Oltre l'infinito cerco la verità
L'ho chiesta più vicino, a terra, in gravita 1.0
Però non era
E allora
Oltre l'infinito, suono di albatros, grida !!!
Oltre l'infinito vuoto, vuoto a perdere.
Oltre l'infinito, paura, tutto chiuso, paura !!!
Oltre l'infinito e la stanza bianca, un letto
Manca sempre, la culla in questa stanza !!!
Ben prima saldata, ben prima dell'infinito spazio bianco e vuoto.
Solo ghiaccio.
E sia, silenzio
sabato 24 agosto 2013
Pensieri - #6 - Ombre e luci. Luci di ombre
Vestirò leggero.
Classico ma leggero.
Mi vedrai in camicia bianca e, sopratutto, con scarpe comode.
Le loro suole docili sul terreno, chiunque esso sia.
Un telo a coprire l'arco del piede, non si voglia sia esposto, tanto è volgare per un maschio.
Mi trovo in un assurda assenza di luce
Primitiva
Alba dell'uomo
Ne ho timore
Difendimi
Tu difendimi
Sento mancare il mio regno di quiete
Il suono circolare della vita
M'inquieta
Del mio voler vedere l'andito delle tue mani verso le mie
Non mi rimane che l'ombra che solo una luce potente può dare
E sento i 49 passi da un ciclo all'altro come un peso
Fosse l'ultimo ritorno all'eguale
Almeno ricordami che sono infelice
Obbligami a non sprecare il tempo che mi rimane
Prima degli ultimi 49 passi
Perché io ti chiedo
Difendimi
Ho elevato nella stanza un palco, trono
Ci ho messo un tappeto
E mi accovaccio, perso e muto
Nei riti del vuoto
Prego il ritorno dell'eguale
La circolarità che ci rende perfetti
La stessa cosa successa che poi succede
E l'ombra della luce mi brucia gli occhi tristi.
Difendimi
S
Classico ma leggero.
Mi vedrai in camicia bianca e, sopratutto, con scarpe comode.
Le loro suole docili sul terreno, chiunque esso sia.
Un telo a coprire l'arco del piede, non si voglia sia esposto, tanto è volgare per un maschio.
Mi trovo in un assurda assenza di luce
Primitiva
Alba dell'uomo
Ne ho timore
Difendimi
Tu difendimi
Sento mancare il mio regno di quiete
Il suono circolare della vita
M'inquieta
Del mio voler vedere l'andito delle tue mani verso le mie
Non mi rimane che l'ombra che solo una luce potente può dare
E sento i 49 passi da un ciclo all'altro come un peso
Fosse l'ultimo ritorno all'eguale
Almeno ricordami che sono infelice
Obbligami a non sprecare il tempo che mi rimane
Prima degli ultimi 49 passi
Perché io ti chiedo
Difendimi
Ho elevato nella stanza un palco, trono
Ci ho messo un tappeto
E mi accovaccio, perso e muto
Nei riti del vuoto
Prego il ritorno dell'eguale
La circolarità che ci rende perfetti
La stessa cosa successa che poi succede
E l'ombra della luce mi brucia gli occhi tristi.
Difendimi
S
venerdì 23 agosto 2013
Camminando - # 2 - Funky Dung
Entrasti, di sorpresa.
Aspettavo, in realtà, una telefonato o, almeno, un messaggio.
Tu invece entrasti, la seconda volta.
Come l'inaspettato crea sorpresa e scandalo
Così lasciai scorrere la musica
Coro, voci dolci e gentili, femmine e d'incontro, contralto maschili, profonde e gravi
Organizzarlo sarebbe stato impossibile
Sempre senza saperlo io avevo preparato la viola
E tu, altrettanto ignara, entrasti a piedi scalzi sull'arco del tuo piede.
Un colpo del quattro e il dolce leggero vestito cadde.
Donna generosa, di forme e pensieri.
Apri il mondo avanti a te
Suonami ancora melodie perdute.
ra-pa-ti-ta koo-koo-cha !!!
Western theme e chiude
Aspettavo, in realtà, una telefonato o, almeno, un messaggio.
Tu invece entrasti, la seconda volta.
Come l'inaspettato crea sorpresa e scandalo
Così lasciai scorrere la musica
Coro, voci dolci e gentili, femmine e d'incontro, contralto maschili, profonde e gravi
Organizzarlo sarebbe stato impossibile
Sempre senza saperlo io avevo preparato la viola
E tu, altrettanto ignara, entrasti a piedi scalzi sull'arco del tuo piede.
Un colpo del quattro e il dolce leggero vestito cadde.
Donna generosa, di forme e pensieri.
Apri il mondo avanti a te
Suonami ancora melodie perdute.
ra-pa-ti-ta koo-koo-cha !!!
Western theme e chiude
Camminando - # 1 Breast Milky
La madre, grossi seni, siede nuda.
Avanti lei la viola, lei dietro gambe aperte divaricate, origine del mondo.
La madre suona una melodia profonda, grave e triste.
Imbraccia l'archetto, il piglio deciso.
La madre è nuda dietro la viola, avanti lei il mondo, creato.
La madre grossi seni, carichi di latte
La madre cuore infinito, energia atomica
Madre perdonaci.
S
Avanti lei la viola, lei dietro gambe aperte divaricate, origine del mondo.
La madre suona una melodia profonda, grave e triste.
Imbraccia l'archetto, il piglio deciso.
La madre è nuda dietro la viola, avanti lei il mondo, creato.
La madre grossi seni, carichi di latte
La madre cuore infinito, energia atomica
Madre perdonaci.
S
giovedì 1 agosto 2013
Pensieri - #5 - Camminare come l'Imperatore di Roma
Questa sera, rientrando a casa, per meglio dire verso la notte incipiente, cercavo di guardarmi camminare.
Come fossi "al di sopra di me", come camera o, per dirla da quelli che sanno, come fossi steadycam.
Ma anche per cercare di essere sopra, più elevato al me, ritratto e sopraffatto al di sotto di quel di potere essere.
Volevo, almeno una volta, vedermi camminare.
Ovviamente è impossibile, si cammina da se stessi e per se stessi.
Giusto "gli altri" ti vedono camminare, poi sei anche raccontato e, non solo, per come cammini.
E' che credo di camminare male.
Giustifico, miseramente, con "ho giocato a pallacanestro", "mi sono fatto male e, da poco, ad entrambe le caviglie"; ma se cammini male, sei nato camminando male.
Prima ancora di camminare.
E allora cerchi un appiglio, una via d'uscita, o, per la moda del tempo, il piano B.
Ecco che ti vedi camminare per Roma, città Imperiale, di vestigia d'un tempo, di memoria, di diritto, di potere, dell'essere il Mondo, l'intero Mondo di una volta.
E ti vedi camminare come l'Imperatore di Roma, che se cammina male non glielo dici mica; guardi e va bene così.
E' un passo trasandato, come una vita lasciata scivolare, come non occuparsi, prima di tutto e per ultimo di te.
C'è chi ci ha provato, e chi ci prova con testarda insistenza.
E' bello saperlo.
Ma tu Imperatore, oppure io Imperatore, Dio e figlio di Dio, non mi pre-occupo di chi ci prova ancora.
Dall'alto dello scranno di sabbia mi ergo a stupida divinità, inutile nell'essere e presuntuosa nel pretendere di avere, ancora almeno una ultima volta, un qualcuno che si preoccupa.
Camminando per le vie del mio Impero di sabbia grigia e nera, lascio perdere e, lentamente, ma con passo svelto cerco sempre di vedermi camminare.
A presto.
S
Come fossi "al di sopra di me", come camera o, per dirla da quelli che sanno, come fossi steadycam.
Ma anche per cercare di essere sopra, più elevato al me, ritratto e sopraffatto al di sotto di quel di potere essere.
Volevo, almeno una volta, vedermi camminare.
Ovviamente è impossibile, si cammina da se stessi e per se stessi.
Giusto "gli altri" ti vedono camminare, poi sei anche raccontato e, non solo, per come cammini.
E' che credo di camminare male.
Giustifico, miseramente, con "ho giocato a pallacanestro", "mi sono fatto male e, da poco, ad entrambe le caviglie"; ma se cammini male, sei nato camminando male.
Prima ancora di camminare.
E allora cerchi un appiglio, una via d'uscita, o, per la moda del tempo, il piano B.
Ecco che ti vedi camminare per Roma, città Imperiale, di vestigia d'un tempo, di memoria, di diritto, di potere, dell'essere il Mondo, l'intero Mondo di una volta.
E ti vedi camminare come l'Imperatore di Roma, che se cammina male non glielo dici mica; guardi e va bene così.
E' un passo trasandato, come una vita lasciata scivolare, come non occuparsi, prima di tutto e per ultimo di te.
C'è chi ci ha provato, e chi ci prova con testarda insistenza.
E' bello saperlo.
Ma tu Imperatore, oppure io Imperatore, Dio e figlio di Dio, non mi pre-occupo di chi ci prova ancora.
Dall'alto dello scranno di sabbia mi ergo a stupida divinità, inutile nell'essere e presuntuosa nel pretendere di avere, ancora almeno una ultima volta, un qualcuno che si preoccupa.
Camminando per le vie del mio Impero di sabbia grigia e nera, lascio perdere e, lentamente, ma con passo svelto cerco sempre di vedermi camminare.
A presto.
S
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