Giravo da bimbo la campagna circostante
Le vacche e altre bestie han sempre lasciato
I loro bisogni per le carrettere
Casa per mosconi verdi e neri, che puzza e paura.
Mi sembrò uguale incontrarti per la strada e mi fermo alla paura.
Sembravi abbandonata, lasciata per esigenza, vedevo solo mosconi
Tappandomi il naso ti scrissi.
Parole di primavera e cieli di acciaio.
Poi furono Estati, povere, sempre povere.
Noi soli, col fiato di un ventilatore
Scacciava il vuoto del fondo nel portamonete
Quanto camminare per non pensare.
E poi fu Estate, ancora, una diversa.
La costante povertà, ti stufasti.
Ma la buona volontà non annulla il Sole e la sua luce sopra la nostra miseria.
E allora, come ladra, andasti, camminando lungo le pareti della scala.
S
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