Andrea corre dalla scuola a casa
Andrea corre sempre
Andrea abbraccia la madre
Un dolce sapore arriva dalla cucina
Mangia svelto
Sorsi d'acqua fresca
Come non avesse mai bevuto
Andrea sente il cuore battere elettrico
Corre, ancora e poi ancora
Nel cortile sterrato
Il Sole picchia duro
Un filo d'ombra nella cantina dello zio
C'è poca luce, il riflesso di un bagno ricavato
Il riflesso nero, freddo, straniero
Di un fucile
Un fucile nel bagno
Andrea scappa via
E ancora corre sempre più forte
Rapido, veloce, paura, terrore
Una sconfitta nel cuore
Allora lo zio è uno di loro
Sente la sua schiena sconfitta
Le spalle fisse a terra
Abbassa lo sguardo sul prato fresco e dolce
Poi il vento porta una voce
E' sacerdote del suo paese
E' Don Mario, quello con i sandali e la tonaca polverosa
La sua voce portata dal vento sembra il canto dentro al silenzio del cuore
Andrea alza la testa
E davanti al Sole potente e caldo
Le foglie verdi smeraldo di un grande albero
Sembra sia l'unico, sulla collina, un presidio della natura viva
Ma le fronde, le foglie e i raggi del Sole
Chiamano gli occhi lontano
Lo sguardo si perde nell'immensità del terreno
E sono cento, mille, enormi e forti
Sono gli alberi
Il fusto dritto
Le foglie risuonano di Sole
Sfidano il silenzio
E allora Andrea
Siede contro l'albero
Si sente più forte del buio del metallo brunito di un fucile
E allora Andrea è forte come il fusto di tutti quegli alberi nello spazio
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