Il ragazzo attende sulla veranda
Un bicchiere di vino e la consueta sigaretta
La ragazza muove i primi passi dalla cucina
In mano un fiore bianco, preda del pomeriggio di ritorno dal mare
Inizia la lunga e sterminata notte
Una veglia laica
In attesa del partire
Il lasciare la terra ferma immobile, isola galleggia
E allora il ragazzo prega e veglia
"Mare non sei mio, mare sei grande e nero dopo l'imbrunire
Mare padre mio infinito
Dammi e rispondi il tuo perché
Ho il cuore fermo in subbuglio
Mare mandami un poco di sale
Mare mandami un poco di sabbia
Mare lavami l'anima
Mare asciugami il cuore
Signore dell'acqua profonda
Ho la distanza dentro il cuore
Ho la domanda di sempre in fondo all'anima
Ho i pensieri e le mani incrociate avanti petto
Mare io ti prego di donarci la felicità
Mare, Signore mio, io ti prego perché lei non sia mai un simbolo
Che tu possa fornire uno scisma tra la mia anima ed il suo sorriso
Signore negli abissi, lasciala ballare a piedi nudi sopra la scogliere"
Il ragazzo s'alzò d'improvviso
Entro in casa
Sotto il peso del cuore piange il legno del pavimento
Un foglio bianco e una tazza di te fumante "Ciao e addio, ci vedremo ancora"
Nessun commento:
Posta un commento